Spazi comuni

lpa_scalaLa Pieve è una casa, dove ciascuno trova momenti di intimità e di socialità.
Gli spazi comuni non sono solo luoghi di passaggio, ma soprattutto di condivisione – è dove si conversa, si mangia, si gioca, si collabora.
Poi ciascuno potrà avere gli angoli o i momenti o i riti immancabili – come uno scalino levigato dall’uso, la lettura in poltrona, prendere sempre lo stesso posto a tavola.

Nella casa le cose hanno un posto e un nome e alcuni nomi appartengono al lessico familiare, che anche gli ospiti fanno proprio.
A noi piace descrivere la Pieve, dentro e fuori, anche a chi non c’è ancora stato di persona.

Sala colazione/pranzo: quando si entra in questa stanza il grande tavolo quadrato dà subito l’idea della convivialità. I nostri ospiti amano mangiare tutti insieme chiacchierando e conoscendosi. L’antica piattaia (della cucina della nonna) con i suoi vecchi oggetti e secchi in rame, le credenze, anch’esse antiche e quindi molto vissute, e le luci molto calde aumentano il senso di calore e di familiarità – la sensazione di essere “a casa”, o forse un déjà vu che alimenta il desiderio di tornare. La luce al mattino entra dalla porta e dalla finestra, rallegrando la colazione.

La Scala: per accedere alle camere nel corpo principale della casa bisogna salire un’antichissima scala in pietra. Nei solchi dei suoi scalini mostra tutti i segni del tempo.

Lo Studio: è un ambiente intimo e raccolto reso particolare dalla rotondità di una parete che è poi il retro del camino. L’accogliente poltrona e una bellissima e rifornita libreria invitano alla lettura. C’è poi la scrivania del nonno (prima del nonno, poi del papà di Andrea) dove ci si può sedere a consultare le guide, le cartine e la varia documentazione a disposizione per decidere gli itinerari della giornata. Entrando in studio dalla sala da pranzo c’è una finestrella che incornicia il paesaggio come se fosse dipinto. La chiamiamo il quadro di Monet.

La sala: la sala è ampia e luminosa, appena si entra si rimane impressionati dalla spettacolarità e dalla grandezza del camino a cupola sorretta da pilastri. E’ di scuola brunelleschiana (del ‘400 restaurato nell’800) e si dice che in tutta la Toscana ne siano rimasti solo 4 di questa foggia. Uno di questi si trova non lontano, nell’abbazia di Vallombrosa. Nelle fredde giornate invernali sedersi davanti a questo camino acceso riscalda il cuore. A lato del camino, è murato un grande vaso in coccio: veniva in passato usato per lavare i panni con la liscivia ricavata dalla cenere del camino stesso. Nelle stagioni più fresche, si possono anche servire cene più intime allietate dal fuoco che crepita nel camino.

 

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La terrazza: dalla sala si accede alla terrazza. Non è molto grande, ma è invece grandioso il panorama. Spesso qui offriamo ai nostri ospiti l’aperitivo al tramonto; a quest’ora del giorno stare seduti qua dà una sensazione di pace, bellezza e armonia. Nella terrazza si trova anche il vecchio forno per il pane, dove in estate a cadenza settimanale cuciniamo le pizze. Appeso alla parete in pietra della terrazza c’è un vecchio orologio in ferro a molla; non lo carichiamo mai perché per noi è l’emblema del tempo che in questo posto sembra fermarsi. Dall’inizio dell’estate il profumo di gelsomino qui arriva pieno e inebriante. Colonna sonora: il cinguettio dei merli, delle ballerine e di un’infinità di altri uccelli.

L’aia sul retro: dalla terrazza si scende nell’aia posteriore sovrastata da grandi alberi di noce, dai cui frutti facciamo il nocino. Il gelso secolare, forgiato dal tempo e dal vento, ha il tronco cavo, nascondiglio che incuriosisce bambini e animali.

L’antica aia: anche questa è una dei pochi esempi originali di aia in pietra conservati. La sera dopo cena ci si siede sulle sdraio a chiacchierare e a osservare uno degli spettacoli più belli della natura: il cielo stellato. Il muro esterno affacciato sull’aia porta ancora lo stemma dei monaci di “Vallombrosa” che governavano queste terre e che fondarono la Pieve. Di giorno invece stando seduti qui lo sguardo è attirato dai cipressi secolari. Con la rugiada mattutina il grande cespuglio di rosmarino sprigiona tutto il suo intenso profumo, mentre quello della lavanda ci aiuta a rilassarci nel corso di tutta la giornata.